• Bibinella -

     

    Le foglie della pimpinella sanguisorba minor si usano per insaporire insalate, zuppe, formaggi e verdure cotte. Il gusto delle foglie ricorda un mix tra noce e cetriolo. testimonia che la pianta stessa è una pianta da condimento per cui ne bastano poche foglie per conferire all'insalata sapore e profumo.


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  • Euforbe spinosa

     

    specie tossica, in ogni sua parte contiene un liquido lattiginoso, appiccicoso, caustico e irritante. Dimensioni 10-25 cm. Pianta ramosissima, fusto legnoso, rami morti delle annate precedenti più o meno persistenti, induriti e quindi spinescenti. Foglie sessili, lanceolato-lineari, intere, di colore verde glauco. Fiore, ciazio, caratteristico del genere, formato da un involucro a coppa, bratee ovate giallastre, portante 4 ghiandole ovali, succulenti, di colore giallastro, con al centro il fiore femminile circondato da una serie di fiori maschili. I ciazi sono portati da una ombrella composta da 3-5 raggi.

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  • Piantaggine maggiore

     

    La piantaggine maggiore (Plantago major L., 1753) è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Plantaginaceae.Il nome generico (Plantago) deriva dalla parola latina "planta" che significa "pianta del piede" e fa riferimento alle piatte foglie basali di questa pianta simili a "piante di un piede". Usi: a proprietà simili a quelle di Plantago lanceolata e delle altre specie della famiglia. Le foglie hanno proprietà astringenti[18]. Veniva usata anticamente contro le infiammazioni come emorroidi e malattie dell'apparato respiratorio, oppure veniva data ai giovani anemici. Il capolino dell'infiorescenza è molto più ricco di mucillagine e ha proprietà lassative. Come tutte le plantago possiede doti fortemente cicatrizzanti e difatti in erboristeria le foglie fresche, che contengono mucillatannino, minutamente tritate, poste a contatto con una ferita tramite bendaggio favoriscono una rapida guarigione della ferita stessa e bloccano le emorragie. Studi recenti confermano l'efficacia di questa pianta nel trattamento di alcune malattie soprattutto della pelle (ferite, ustioni, emorragie). Il succo delle foglie contiene polisaccaridi e polifenoli che hanno un certo effetto antibiotico. Le foglie cotte, come pure i semi, sono edibili.

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  • SERPILLO

     

     

    Il serpillo (Thymus serpyllum L.), anche detto pepolino, pipernia o timo selvatico è una pianta appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.[1] Comune in tutta Europa e Nord Africa, è una delle specie di timo più diffusa, utilizzata da secoli per scopi culinari, ornamentali e medicinali. uesta varietà di timo è una buona pianta mellifera, molto bottinata dalle api che ne ricavano anche un miele monoflora. Uso: Il serpillo è un piacevolissimo compagno di piccoli giardini, per la robustezza, il profumo e la fioritura. Vi sono alcune varietà nane che si possono usare come tappeto erboso. È molto usato in cucina, come molte altre specie di timo. In particolare, per le sue proprietà antibatteriche, è molto utile per aiutare la digestione e ridurre la fermentazione intestinale, ad esempio, accompagnando un piatto di fagioli. Liquore tradizionale , ottenuto per macerazione alcolica del fiore della pianta e successiva aggiunta di sciroppo di zucchero.

     

     


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  • Finocchio selvatico - diavolo piccante

    Finocchio selvatico - diavolo piccante

     

     Il finocchio (Foeniculum vulgare Mill.) è una pianta erbacea mediterranea della famiglia delle Apiaceae. (Ombrellifere). Conosciuto fin dall'antichità per le sue proprietà aromatiche, la sua coltivazione orticola sembra che risalga al XVI secolo. Da esso è derivato il termine infinocchiare, senso di "truffare, imbrogliare" che deriva dalla pratica di utilizzare il finocchio come antipasto per ingannare il gusto del cliente nei confronti di un vino di scarsa qualità o di utilizzarne i semi per alterare il gusto del vino imbottigliato. La raccolta del fiore del finocchio selvatico avviene in Italia appena il fiore è "aperto", normalmente a partire dalla metà d'agosto fino a settembre inoltrato. Si può usare il fiore fresco o lo si può essiccare all'aperto e alla luce, ma lontano dai raggi diretti del sole che farebbero evaporare gli olii essenziali. Si possono raccogliere i diacheni all'inizio dell'autunno, quando è avvenuta la trasformazione del fiore in frutto. Le "barbe" o foglie e i teneri germogli si possono cogliere dalla primavera all'autunno inoltrato.

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